Mia nonna in cucina era bravissima ma era anche un tipo molto originale. Patate col guanciale si sono sempre chiamate a casa mia queste che lei preparava con maestria, ma di guanciale neanche l’ombra. Questa cosa da bambino mi mandava al manicomio.
Forse è un esempio di quella cucina povera tradizionale che negli anni sessanta, sulla spinta del boom economico, cominciava a cambiare, sostituendo ingredienti più economici e più grassi con altri più costosi ma meno pesanti. Data in quegli anni per esempio la quasi totale scomparsa nella cucina centromeridionale dello strutto, sostituito dall’olio di oliva.
Comunque patate col guanciale continuo a chiamarle ed a casa mia ne devo preparare sempre in quantità abbondantissime perché in tavola scompaiono quasi magicamente.
Stendere uno strato di patate sul fondo delle pirofile.
Sovrapporre delle fette sottili di pancetta aperte.
Spolverare con parte del parmigiano. Coprire con un altro strato di patate e ricominciare. Affettare le patate mano a mano che servono.
Terminare con uno strato di patate e versare il brodo (che non deve coprire lo sformato)
Terminare con l’ultimo parmigiano e distribuire sopra il restante burro a pezzetti. Infornare a 200° per 20 minuti, poi a 150° per altri 50 minuti. Sfornare e lasciar riposare per 20 minuti prima di servire in tavola.
L’articolo
Mia nonna in cucina era bravissima ma era anche un tipo molto originale. Patate col guanciale si sono sempre chiamate a casa mia queste che lei preparava con maestria, ma di guanciale neanche l’ombra. Questa cosa da bambino mi mandava al manicomio.
Forse è un esempio di quella cucina povera tradizionale che negli anni sessanta, sulla spinta del boom economico, cominciava a cambiare, sostituendo ingredienti più economici e più grassi con altri più costosi ma meno pesanti. Data in quegli anni per esempio la quasi totale scomparsa nella cucina centromeridionale dello strutto, sostituito dall’olio di oliva.
Comunque patate col guanciale continuo a chiamarle ed a casa mia ne devo preparare sempre in quantità abbondantissime perché in tavola scompaiono quasi magicamente.