Perché scrivo?

Da giovane con il mio cane Igor
Da giovane con Igor

Perché ho ricominciato a scrivere

Da ragazzo, oltre ai documenti politici ed agli interventi connessi alla mia militanza, scrivevo poesie. Ho scritto anche un paio di racconti di fantascienza che, credo, giacciono ancora sepolti in qualche cassetto. Poi ho smesso. Benedetto Croce diceva, e De Andrè citava, “Fino a diciotto anni tutti scrivono poesie; dopo, possono continuare a farlo solo due categorie di persone: i poeti e i cretini”.  Io stimavo molto De Andrè. Comunque sono stato per tanti anni occupatissimo a vivere la mia vita.

Però ho sempre continuato ad immaginare storie. In tutti i momenti liberi: portando a spasso il cane, sull’autobus, prima di addormentarmi. Storie di avventura, di fantascienza, sentimentali, drammatiche ma che comunque, per un periodo, riprendevo, completavo, perfezionavo con tanto di dettagli, descrizioni e dialoghi: come un film … od un racconto.

Poi, recentemente, ho pensato: perché continuare a gettare al vento il frutto della mia fantasia? In fondo conosco abbastanza bene la lingua e mi è sempre riuscito facile scrivere. Il successo del mio primo romanzo, che, presentato in due concorsi letterari, è arrivato in finale in entrambi, guadagnando in uno la pubblicazione, mi ha stimolato e quindi ho continuato a scrivere.

Perché scrivo della Sardegna

La maggior parte delle cose che ho scritto è ambientata in Sardegna.

Io sono nato a Roma e adesso vivo in Umbria, però la Sardegna è la mia terra di adozione. Ci vengo con continuità da quasi cinquanta anni. Vi ho trovato l’amore ed il lavoro. Ho vissuto per cinque anni in quest’isola e vi ho trascorso almeno cinque mesi l’anno negli ultimi trentasei anni.

A Santa Maria Navarrese sotto l'olivastro millenario
A Santa Maria Navarrese sotto l’olivastro millenario

Ho con questa terra un rapporto conflittuale. Ogni volta che arrivo con il traghetto, quando, ancora distanti dalla riva, si cominciano ad avvertire gli effluvi della macchia mediterranea sarda, mi sembra di rinascere. Eppure, dopo cinque anni di residenza a Sassari, ho deciso di tornare in continente, come sull’isola viene chiamato il resto dell’Italia. È vero che sono andato a vivere nella casa lasciatami da mio padre alla sua morte, in un bosco in Umbria, da lui costruita con tanto amore, però l’ho fatto anche considerando che la Sardegna, a mio avviso, per chi non ci è nato e potendo scegliere, non è terra dove vivere d’inverno e far crescere i propri figli.

Il mio primogenito, che è nato nell’isola e che rivendica fortemente la sua ascendenza, mi critica duramente per averlo strappato alla sua terra. Io difendo la mia scelta: i servizi, scuola, sanità eccetera, sono da terzo mondo; il provincialismo isolano è accettabile solo se controbilanciato dal partecipare intimamente alle sue tradizioni; l’isolamento determinato dal mare è sopportabile soltanto data un’ingente disponibilità economica, tale da permetterti di prendere l’aereo ogni qual volta tu ne senta l’esigenza.

Perché un continentale scrive della Sardegna

L’amare questa terra non basta perché uno straniero si arroghi il diritto di scriverne.  C’è un altro motivo, forse più importante. La Sardegna è la terra dei sardi, che da millenni ci vivono ed hanno costruito un corpo complesso e profondo di cultura e tradizioni. Ma oggi non è più solo così! Le tante persone che, dagli anni sessanta, dall’inizio dello sviluppo turistico, ci vengono e ci soggiornano, per lavoro o per vacanza, arrivando in alcuni momenti a superare per numero la popolazione nativa e residente, non solo portano ricchezza, come dicono alcuni, e non solo danneggiano l’ambiente e alterano la cultura locale, come sostengono altri.

Altopiano del Golgo
Asini che si avvicinano

In modo confuso e disorganizzato si stanno creando delle sinergie tra vecchio e nuovo, tradizione ed innovazione, sardi e continentali, che solo comprendendole ed imparando a gestirle, sarà possibile traghettare questa terra meravigliosa nel terzo millennio. Mi piace pensare che i miei libri possano rappresentare una minuscola briciola di queste sinergie.

Vai al profilo Facebook