- 1,5 kg carne di vitellone compatta e molto tenera (p.es. noce)
- 75 cc olio di oliva
- 150 cc brodo di dado
- 15 gr burro
- 15 gr farina
- Brandy, sale, pepe
Legare la carne.
Scaldare l’olio in una pentola dal fondo spesso e rosolare la carne 2 minuti
per ognuno dei sei lati.
Salare, pepare, coprire a metà (con una paletta di legno sotto il coperchio)e cuocere a fiamma bassa per circa 40 minuti. Se avete un termometro da arrosti la temperatura interna deve essere di 45° – 48°. Togliere la carne dalla pentola ed avvolgerla in un foglio di stagnola. Lasciarla riposare per 20 minuti.
In un pentolino sciogliere il burro, aggiungere la farina e, mescolando, il fondo di cottura ed il brodo.
Versare un goccio di brandy nella pentola di cottura, rimettere sul fuoco, staccare il fondo e versarlo nel pentolino della salsa.
Versare la salsa in una ciotola e portare in tavola.
Affettare la carne
e portare in tavola insieme possibilmente al purè di patate.
L’articolo
Non è il modo in cui si prepara in Inghilterra. Lì lo fanno al girarrosto unto con grasso di rognone. Non è nemmeno quello che si preparava a casa mia, a Roma, e che è diffuso nel resto del centro Italia: un pezzo di carne, non di massimo pregio, rosolata e poi ben cotta in tegame.
Ho imparato ad apprezzare il Roastbeef a casa della mia allora fidanzata. Quello che quando lo si affetta ha la carne rosata ed al centro una punta di sangue. Rigorosamente accompagnato dal purè di patate. Ricordo il rituale di mio suocero che si serviva della carne e del purè, schiacciava quest’ultimo al centro, preparando una fossetta, e si serviva generosamente della salsa, versandola sulla carne ed al centro del purè.
Lo si può preparare più o meno al sangue giocando sui tempi di cottura (ma se al centro non è almeno rosa non è Roastbeef). Se avete un termometro da cucina di quelli che segnano la temperatura interna degli arrosti, questa può andare dai 45° ai 55°.