Tag: guanciale

Pasta alla gricia

Pasta alla gricia

La gricia è l’antenata della amatriciana. Veniva preparata quando i pomodori non erano ancora diffusi nell’alimentazione. Il nome deriva forse dal paese Gresciano, oppure dal nome locale del rivenditore di generi alimentari.

Tradizionalmente si prepara con gli spaghetti. Io la preferisco con la pasta all’uovo, specialmente se si usa, comprata o preparata, una pasta ruvida, porosa, che trattiene il condimento: problema di tutte le paste lunghe in bianco.

Del resto, la gricia può essere considerata una pasta a cacio e pepe con l’aggiunta di guanciale. E guanciale deve essere, come per la amatriciana. Non come le preparano molti, con la pancetta, magari affumicata. Verrà senz’altro una pasta buonissima, ma diversa.

Vai alla ricetta

Vai al profilo Facebook

Carbonara a modo mio

Carbonara a modo mio

Non è La carbonara. Sia detto subito per sgombrare il campo dalle polemiche. È il frutto di una mia fantasia, sperimentato quando sono solo a casa e mi assale la voglia di un primo piatto fantasioso. La ricetta si fonda su dei contrasti: quello tra i sapori decisi dell’aglio e del peperoncino ed il brandy che li leviga, quello tra il grasso croccante del guanciale soffritto e la scorda del limone che lo smussa ed insieme lo esalta.

Vai alla ricetta

Vai al profilo Facebook

Zuppa contadina

Zuppa contadina

La mia cucina non è sicuramente dietetica. Questo piatto però non è comunque indicato per la cucina di tutti i giorni. Una volta si mangiavano proteine animali solo raramente, quando erano disponibili. Anche nelle case dei benestanti la carne non si mangiava tutti i giorni ed in genere si era più parchi di oggi. In più l’assenza di riscaldamento domestico e l’attività fisica molto superiore a quella odierna, che aumentava significativamente il consumo di calorie, aumentavano la necessità di grassi nell’alimentazione. Comunque sia certe cose sono buone solo così

Vai alla ricetta

Vai al profilo Facebook

Minestra di patate e verza

Minestra di patate e verza

La minestra di patate e verza è un piatto dell tradizione contadina. Quando ero bambino mi piaceva ascoltare i racconti di mia nonna. Spesso la riprendevo perché sbagliava le parole, era illetterata, ma era un gioco fra di noi. Mi raccontava della povertà di quando era bambina, a Spoleto, agli inizi del secolo scorso: era figlia di un minatore. Spesso per merenda a lei ed ai suoi fratelli la mamma dava un pezzo di pane ed una testa di aglio da mangiare a morsi.

Allora, al contrario di oggi, la pastasciutta era un piatto costoso perché bisognava comprarla, mentre la minestra la si poteva fare con qualche verdura raccolta nell’orticello che quasi tutti tenevano, o nei campi. Un pezzo di maiale poi, guanciale, pancetta o lardo, non era un lusso. Quando lo si aveva, rappresentava il necessario apporto di grassi per chi faceva molta attività fisica, ma non in palestra, e viveva in case non riscaldate. Come al solito ho riletto la ricetta a modo mio.

Vai alla ricetta

Vai al profilo Facebook