Polizia

POLIZIA- EINAUDI- JO NESBO

di Giuseppe Santilli

Nel 2013 Einaudi pubblica in Italia Polizia, poi riedito quest’anno da RCS (Corriere della sera), in una collana curata da Carlo Lucarelli intitolata: Noir, il lato oscuro delle cose.

Jo Nesbo
Jo Nesbo

LA STORIA

La storia si snoda intorno alle gesta di un serial killer che uccide i poliziotti attirandoli sul luogo di un precedente delitto che non erano stati capaci di risolvere. A metà romanzo, per fermare i delitti, entra nelle indagini Harry Hole, ormai ex poliziotto, che esercita il ruolo di insegnante nella scuola per giovani reclute della polizia.

Per gli amanti del genere noir i romanzi di Nesbo sono un puro godimento e questo “Polizia” è un Nesbo DOC.

Impetuoso, potente, costruito con un “motore giallo” perfetto. A metà della lettura delle 600 pagine di cui è composto sei convinto di avere tutti gli elementi per capire chi è l’assassino, salvo dopo una ventina di pagine, essere clamorosamente smentito. La stessa cosa si ripete per quattro cinque volte e solo alla fine è svelato il volto del vero assassino… naturalmente da parte di Harry Hole.

ELEGIA DEL MALE

Come in tutti i noir di Nesbo il male aleggia in ogni riga del racconto. Anche se questa volta non comporta l’angoscia assoluta come in “Macbeth”e non ha il volto del tradimento come regola di vita come ne “Il fratellino”.

Il male non esiste perché tutto è malvagio. Lo spazio è oscuro. Nasciamo cattivi. Il male è il fondamento, la condizione naturale. Poi, di tanto in tanto, compare una luce piccolissima. Ma non è che un fatto momentaneo, dobbiamo tornare nell’oscurità.” (Polizia. Ed RCS, pag 27).

E’ interessante, e questo apre già uno spiraglio, questa identificazione del male con il buio. Il bene è luce è trasparenza, il male è intrigo nascosto, ombra e occultamento.

Il linguaggio è crudo, spesso mutuato da una sorta di lingua professionale della polizia, in generale degli addetti alla sicurezza. Questo linguaggio diventa particolarmente forte se si tratta di descrivere magistralmente il carcere.

Copertina
Copertina

IL CARCERE “GASTRO-INTESTINALE”

Le aprirono, lei mostrò il tesserino di riconoscimento e l’autorizzazione per la visita che aveva ricevuto via e-mail e, un varco dopo l’altro, si addentrò nella magione. Una guardia carceraria l’aspettava a gambe larghe, braccia conserte e con le chiavi tintinnanti. Ostentava più baldanza e sicurezza del solito perché la visitatrice era della polizia, la casta braminica dei tutori dell’ordine, quelli che inducono immancabilmente le guardie carcerarie, i vigilantes e perfino gli ausiliari del traffico a compensare in modo eccessivo con la gesticolazione e il tono di voce. Katrine si comportò come faceva sempre in situazioni simili: fu più gentile e affabile di quanto la sua indole le dettasse.

-Benvenuta nella fogna – le disse la guardia, una frase che Katrine era abbastanza sicura non usasse con i visitatori abituali ma avesse escogitato preventivamente, una dichiarazione che rivelava la giusta combinazione di humor nero e di cinismo pragmatico nei confronti del suo lavoro. Però, tutto sommato, quell’immagine non era male, pensò mentre percorrevano insieme i corridoi del carcere. O forse sarebbe stato meglio chiamarlo apparato gastro-intestinale. Il luogo dove la digestione della legge riduceva i suoi individui condannati a una massa marrone puzzolente che a un certo punto doveva essere riespulsa. Tutte le porte erano chiuse, i corridoi deserti.” (Polizia Ed RCS pagg. 110-111).

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