LE NOTTI DELLA PESTE – EINAUDI – ORHAN PAMUK
di Giuseppe Santilli
Libro per settembre
Dopo un periodo di inattività, nel quale non abbiamo scritto recensioni, ma abbiamo letto molto, torniamo con un libro per Settembre.
I giornali, le riviste e i siti son pieni di consigli di letture per l’estate, spesso letture giustamente distratte. Noi vogliamo superare l’estate e proporre una lettura per il mese della riflessione.
Un’opera complessa
Diciamo subito che il libro di Pamuk è un’opera complessa che contiene molti temi intrecciati.
Innanzitutto è un romanzo storico, anche se ambientato su un’isola immaginaria di nome Mingher, e che quindi mescola eventi storici con temi di pura letteratura da romanzo. Del resto l’autore, premio Nobel per la letteratura nel 2006, è uno studioso appassionato di storia. Questo intreccio, sapientemente modulato, costringe il lettore a salti concettuali, a seguire i registri narrativi diversi che si alternano e a volte coesistono, a volte si intersecano.
Il punto di vista storico
Dal punto di vista storico è un libro, ambientato all’inizio del novecento, ha come asse centrale la dissoluzione dell’impero ottomano. Si narra il lento declino di una burocrazia e di un potere ancorati a canoni vecchi, a un mondo che non c’è più. Un racconto del graduale cedere il passo alle democrazie di tipo europeo da parte dei residui dell’impero romano d’oriente. Ma anche una narrazione sulla nascita del nazionalismo, come opposizione alle politiche coloniali, il suo portato illusoriamente rivoluzionario e, con malcelata ironia, la descrizione delle ingenuità, delle pretese isolazioniste e identitarie fondate su una visione culturale ristretta e claustrofobica.
Questo romanzo è contemporaneamente un trattato sugli antagonismi etnici e religiosi. Affronta la difficile convivenza, anche per le ricadute sociali, dei cattolici e dei mussulmani. Particolarmente efficace è l’analisi delle pratiche legate alla stretta osservanza della religione di Maometto, alla subalternità femminile in esse radicata, unitamente al rifiuto della scienza e della conoscenza della realtà che, come è noto, presuppone un approccio laico.
La peste
Naturalmente si parla di peste e di quarantena come espediente, almeno così sembra, per parlare della pandemia da Covid che abbiamo vissuto dal 2020 alla fine del 2022. Si parla della difficoltà del potere di fare i conti con l’emergenza sanitaria, con la quarantena, della dicotomia che separa il bene pubblico dalla politica attenta prevalentemente al consenso immediato. Temi di scottante attualità, collocati in un epoca lontana, con il distacco insito in una prospettiva storica (per lo più consapevolmente apparente).
Un’opera monumentale di circa settecento pagine che vale la pena di affrontare, perché alla fine del viaggio, a volte faticoso, ci si ritrova immensamente più ricchi.