La stazione

JACOPO DE MICHELIS – GIUNTI – LA STAZIONE.

di Giuseppe Santilli

E’ raro trovarsi difronte a un giallo, per lo più italiano, di quasi novecento pagine. La stazione è il romanzo di esordio di De Michelis, di professione editor, che ha impiegato otto anni per scriverlo.

In realtà questo romanzo di De Michelis è un’opera complessa che ha dentro, anzi che ha una dentro l’altra, tante facce di una storia avvincente e piena di sorprese.

Innanzitutto c’è un approfondimento psicologico dei personaggi, unitamente alle loro vicende di vita, quasi a riaffermare, questione ormai assodata nei gialli moderni, che non esistono casi interessanti senza i destini interessanti di coloro che se ne occupano.

Jacopo De Michelis
Jacopo De Michelis

LE TANTE ANIME DEL LIBRO

C’è una descrizione minuziosa della vita nelle grandi stazioni (qui si tratta della stazione centrale di Milano) e degli emarginati che la frequentano, fino a inventare un mondo sotterraneo del tutto verosimile, a metà tra il possibile e il fiabesco. Una descrizione che provoca orrore e che affascina, insieme.

C’è la ricostruzione della immane tragedia dell’olocausto, attraverso il racconto della deportazione degli ebrei dalla stazione di Milano, verso i campi di sterminio. La testimonianza di una sopravvissuta ad Auschwitz, mutuata dalla testimonianza di Liliana Segre, ci riporta nel dramma delle vite umiliate prima e poi spezzate, che gridano vendetta anche dopo 60 anni e che pretendono di essere ricordate.

C’è l’amore, quello magico, quello che incontri una sola volta nella vita se sei fortunato. In questo caso la magia dell’amore è rafforzata dalla sensibilità visionaria di Laura, la protagonista femminile del romanzo.

C’è la descrizione dei riti wudù, del loro significato profondo; quindi, disancorato da una visione che li confina nel recinto della pura superstizione. Qui questa ritualità assume una forza catartica e si integra con la vita dei personaggi che in qualche modo la subiscono.

la stazione centrale 1
la stazione centrale 1

LA VITA DEL POLIZIOTTO

Poi, soprattutto, c’è la vita del poliziotto, dello sbirro, quello vero, che vive per risolvere i casi, in particolare quelli che hanno pesanti implicazioni con le vicende personali di chi indaga. Riccardo (Cardo) Mezzanotte ha la passione cocciuta di Maigret, la filosofia e i metodi investigativi border-line di Schiavone. Riccardo è per così dire, un figlio d’arte. Suo padre Vittorio è stato, fino alla uccisione, avvenuta in circostanze misteriose, il capo della polizia milanese.

Parlare con la gente e consumare le suole delle scarpe, ecco cosa doveva fare un buon poliziotto.”

(La stazione . De Michelis)

la stazione centrale 2
la stazione centrale 2

La storia è costruita con grande meticolosità e studio delle fonti, restando tuttavia fresca e coinvolgente, al netto di qualche lungaggine di troppo, soprattutto nella descrizione dei riti wudù.

Per lo stile non si può non pensare ai grandi gialli nordici di Joe Nesbo, alla loro apparente semplicità, alla trama complessa ed ai continui colpi di scena.

I MEANDRI DELLA STAZIONE CENTRALE

La Stazione Centrale di Milano è un pianeta a sé, è come una riserva di pellerossa nel mezzo della città. (Giorgio Scerbanenco)

Possente come una fortezza, solenne come un mausoleo, enigmatica come una piramide egizia”, la stazione Centrale di Milano, nella quale ho ambientato il mio thriller, risulta ben più che una semplice scenografia sul cui sfondo accadono le vicende narrate. Ne è a pieno titolo uno dei personaggi, forse addirittura la vera protagonista.” (Jacopo De Michelis. Intervista per Giunti Editori)

la stazione centrale 3
la stazione centrale 3

LA STORIA 1

Milano, aprile 2003. Riccardo Mezzanotte, un giovane ispettore dal passato burrascoso, ha appena preso servizio nella Sezione di Polizia ferroviaria della Stazione Centrale. Insofferente a gerarchie e regolamenti e con un’innata propensione a ficcarsi nei guai, comincia a indagare su un caso che non sembra interessare a nessun altro: qualcuno sta disseminando in giro per la stazione dei cadaveri di animali orrendamente mutilati. Intuisce ben presto che c’è sotto più di quanto appaia, ma individuare il responsabile si rivela un’impresa tutt’altro che facile. Laura Cordero ha vent’anni, è bella e ricca, e nasconde un segreto. In lei c’è qualcosa che la rende diversa dagli altri. È abituata a chiamarlo “il dono” ma lo considera piuttosto una maledizione, e sa da sempre di non poterne parlare con anima viva. Ha iniziato da poco a fare volontariato in un centro di assistenza per gli emarginati che frequentano la Centrale, e anche lei è in cerca di qualcuno: due bambini che ha visto più volte aggirarsi nei dintorni la sera, soli e abbandonati.

Nel corso delle rispettive ricerche le loro strade si incrociano. Non sanno ancora che i due misteri con cui sono alle prese confluiscono in un mistero più grande, né possono immaginare quanto sia oscuro e pericoloso. Su tutto domina la mole immensa della stazione, possente come una fortezza, solenne come un mausoleo, enigmatica come una piramide egizia. Quanti segreti aleggiano nei suoi sfarzosi saloni, nelle pieghe dolorose della sua Storia, ma soprattutto nei suoi labirintici sotterranei, in gran parte dismessi, dove nemmeno la polizia di norma osa avventurarsi?

LA STORIA 2

Per svelarli, Mezzanotte dovrà calarsi nelle viscere buie e maleodoranti della Centrale, mettendo a rischio tutto ciò che ha faticosamente conquistato. Al suo ritorno in superficie, non gli sarà più possibile guardare il mondo con gli stessi occhi e capirà che il peggio deve ancora venire. La stazione è, allo stesso tempo, thriller e romanzo d’avventura.

Mescolando i generi più popolari con vorticosa generosità d’invenzione, Jacopo De Michelis continuamente apre e chiude davanti agli occhi del suo lettore le porte di storie differenti eppure sempre collegate, e lo conduce in giro per sotterranei favolosi e inquietanti senza mai perdere il filo di Arianna della sua scatenata gioia di raccontare. (scheda Giunti Editori).

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