Minestra di ceci e verza

In questa ricetta ho voluto unire due piatti che amo molto: la pasta e ceci romana e la zuppa di fagiolo tundo tipica di Sennori, vicino Sassari. Quest’ultima la cucinava in maniera insuperabile il padre della mia cognata acquisita, Francesco, detto Ciccitto.

Era restato offeso da un attacco che ne aveva compromesso la parola e l’uso parziale delle mani. Era comunque rimasto, tra l’altro, un cuoco sopraffino, soprattutto per alcuni piatti tradizionali come i Coccoi. Sono questi lumache moto grosse che lui faceva spurgare per un mese, poi preparava riempiendole con una salsa di pomodoro all’aglio, Quindi le disponeva in teglia e le cospargeva di pecorino sardo grattugiato. Purtroppo è venuto a mancare. Quel sapore divino non lo proverò più. Sua figlia le cucina e sono buone, ma non è la stessa cosa.

Se temete che l’unione di ceci e verza possa condurre ad aerofagia e flatulenza, rovinandovi la nottata, considerate che i risciacqui ripetuti dei legumi tendono ad attenuare il problema. Potete comunque aggiungere alla minestra in cottura una garza in cui avrete avvolto salvia ed alloro, legando il tutto con un filo da cucina. Rimuoverete l’involto prima di servire in tavola.

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