Vecchie conoscenze

ANTONIO MANZINI – SELLERIO – VECCHIE CONOSCENZE

di Giuseppe Santilli

Pubblicato all’inizio di questo 2022, “Le ossa Parlano”, ultimo romanzo della serie dedicata al vice-questore Rocco Schiavone, è già da un paio di settimane in testa alla classifica dei libri italiani più venduti. Di questo però ci occuperemo, forse, in una delle prossime recensioni

Vecchie conoscenze

Qui, ora vogliamo parlare del libro precedente della serie: “Vecchie conoscenze”. Edito a metà del 2021, Vecchie conoscenze rappresenta la fine di un’epoca per le vicende del poliziotto romano trapiantato ad Aosta.

Rocco Schiavone
Rocco Schiavone

Diciamo subito che questo giallo è a nostro avviso, il migliore in assoluto della produzione di Antonio Manzini.

E’ bella la storia, quella del delitto di una studiosa di Leonardo, Sofia Martinet, che Schiavone, come al solito, dopo tante peripezie risolve brillantemente. Il racconto dell’omicidio della professoressa, in realtà, fa da sfondo alla storia di una fase cruciale della vita del vice-questore. E’ il momento della verità: gli amici a volte, mescolano la loro natura di nemici con l’amicizia e chi ha apparentemente tradito aspettative e sentimenti, in realtà è stato leale.

L’ironia

In questo libro Manzini da prova di una grande capacità narrativa e riesce ad esprimere al meglio la sua vena ironica. Una mano sapiente e delicata che affronta le tragedie umane con intelligenza, senza mai scadere nell’italico tono melodrammatico. Inoltre la tensione, il motore del giallo è avvolgente e porta il lettore a fare della lettura un puro godimento.

Manzini
Manzini

Allora, c’è un tizio in India che ha preso un cane per la figlia. Ora il cane fa i bisogni, morde le ciabatte, abbaia, un casino. Allora il tizio va dal santone e gli fa: Santone mio, ho preso un cane per mia figlia che lo desiderava tanto, ma è un bordello. Casa nostra è di 20 metri quadri, siamo io, mia moglie, mia madre, mio figlio maschio, mia figlia femmina e ora pure un cane. Come posso fare? Il santone lo guarda e dice: Prendi un altro cane.

Il tizio è sbalordito da questo consiglio, però obbedisce e prende un altro cane. Non le dico dottore il casino in casa. Doppio abbaio, pantofole che spariscono, doppia cacca per terra e pipì, un inferno. Allora il tizio torna dal santone e gli dice: Santone mio mi hai dato un consiglio e ho preso un secondo cane, ma adesso è pure peggio. Che devo fare? E il santone lo guarda e gli dice: bene, ora dai via il secondo cane e sarai felice. “ (A. Manzini – Vecchie conoscenze).

Vecchie conoscenze chiude un’epoca

Abbiamo detto che questo racconto chiude un’epoca. Il vice-questore, pur non risolvendo la sua precarietà di vita, condizionata dalla morte della moglie Marina per mano di una banda di malavitosi, sembra provare ad andare avanti. L’imprevedibilità delle cose, i nuovi affetti, una stabilità ritrovata nel lavoro investigativo, sembrano attenuare il disincanto e la solitudine di fondo di Schiavone.

Vedremo nel prossimo romanzo che questo percorso di assestamento non sarà lineare, ma la direzione è tracciata ed è quello dell’accettazione di un’esistenza senza Marina.

Giallini
Giallini

Ci sono dei giorni in cui si percepisce che un pezzo della nostra vita se n’è andato, e seppelliamo la nostra faccia di una volta perché non ci appartiene più. La faccia, ce la disegna il tempo, ogni ruga per ogni sorriso strappato, le diottrie in meno per ogni riga che non volevamo leggere, i capelli abbandonati chissà dove insieme al loro colore, e quello che vediamo spesso non ci piace, ma è soltanto l’inizio di un nuovo episodio della nostra esistenza. Ci conviene conservare ciò che ci rimane per poterlo portare avanti, fino alla prossima stazione…” (A. Manzini – Vecchie conoscenze).

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