È un ottimo antipasto ma può essere utilizzato anche in un pranzo fresco, estivo. Mi ricordano quei bei picnic di una volta: tavolini da campeggio e sgabelli in pineta, vicino al mare, quando ero adolescente ed avevo conosciuto quella che poi sarebbe diventata mia moglie.
Quelli fatti di vitello tonnato, pomodori abbrustoliti, salumi, formaggi, buste di patatine fritte e uova sode ripiene. Diversi da quelli tradizionali della mia famiglia quando ero bambino, che assomigliavano di più a quelli raccontati da Enrico Brignano.
Andavamo in spiaggia ad Ostia, le famiglie dei miei zii, i miei genitori, i miei cuginetti ed io. Uno degli zii o mio padre, a turno, rimaneva a Roma per portare mia nonna, rimasta a casa a cucinare, all’appuntamento nella pineta di Castel Fusano. Quando arrivava alla una noi eravamo lì ad aspettarla con sedie e tavoli apparecchiati. Ed erano fettuccine e lasagne, abbacchio al forno con le patate e melanzane alla parmigiana, pomodori col riso e polli alla cacciatora.
Però io avevo trovato più raffinati i picnic della mia famiglia di adozione. Sarà perché da bambino non mangiavo nulla. Sarà perché l’amore da più sapore a tutto.
Rassodare le uova (9 minuti) e raffreddarle sotto l’acqua corrente fredda.
Sbucciare le uova sode.
Dividerle a metà.
Tritare l’aglio nel mixer. Poi aggiungere le acciughe ed i capperi e tritare ancora. Infine i tuorli dell’uovo sodo.
Intanto spremere il limone.
Aggiungere il succo di limone e terminare di frullare. Quindi riempire le mezze uova sode.
L’articolo
È un ottimo antipasto ma può essere utilizzato anche in un pranzo fresco, estivo. Mi ricordano quei bei picnic di una volta: tavolini da campeggio e sgabelli in pineta, vicino al mare, quando ero adolescente ed avevo conosciuto quella che poi sarebbe diventata mia moglie.
Quelli fatti di vitello tonnato, pomodori abbrustoliti, salumi, formaggi, buste di patatine fritte e uova sode ripiene. Diversi da quelli tradizionali della mia famiglia quando ero bambino, che assomigliavano di più a quelli raccontati da Enrico Brignano.
Andavamo in spiaggia ad Ostia, le famiglie dei miei zii, i miei genitori, i miei cuginetti ed io. Uno degli zii o mio padre, a turno, rimaneva a Roma per portare mia nonna, rimasta a casa a cucinare, all’appuntamento nella pineta di Castel Fusano. Quando arrivava alla una noi eravamo lì ad aspettarla con sedie e tavoli apparecchiati. Ed erano fettuccine e lasagne, abbacchio al forno con le patate e melanzane alla parmigiana, pomodori col riso e polli alla cacciatora.
Però io avevo trovato più raffinati i picnic della mia famiglia di adozione. Sarà perché da bambino non mangiavo nulla. Sarà perché l’amore da più sapore a tutto.