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Coniglio alla cacciatora

Coniglio alla cacciatora

La ricetta romana è quella dell’abbacchio alla cacciatora. Mia nonna faceva così il coniglio, carne più magra, da quando, negli anni sessanta, si era avviata la trasformazione del regime alimentare di questo paese.

Prima la carne si mangiava raramente e soprattutto, a tutti i livelli economici, i piatti elaborati, le ricette della cucina tradizionale, erano destinati ad eventi particolari. Nelle festività, come il Natale o la Pasqua, negli eventi particolari, come matrimoni o battesimi, si banchettava con numerose portate.

Per il resto, nella cucina di tutti i giorni, abbondavano le verdure, i legumi ed il pane. Soprattutto non c’erano frigoriferi riforniti di salumi e formaggi per spuntini a qualunque ora. Anzi i frigoriferi non c’erano proprio e si faceva la spesa tutti i giorni. Mercati e negozi alimentari erano aperti anche la domenica.

Con gli anni sessanta avvengono varie trasformazioni. Il progressivo benessere economico arricchisce la dieta alimentare cominciando a portare i piatti delle feste nella cucina di tutti i giorni. La sedentarizzazione di parte almeno delle attività lavorative, si pensi all’introduzione dei trattori nelle campagne, riduce il fabbisogno quotidiano medio di calorie. Anche il riscaldamento vieppiù diffuso delle abitazioni contribuisce a questa riduzione.

Si comincia quindi a seguire qualche norma dietetica per ridurre l’uso di grassi in cucina, cosa che prima sarebbe stata per lo meno eccentrica.

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Coniglio all’aglio

Coniglio all’aglio

Una ricetta tipica dell’isola di Ischia, presa dalla tradizione e modificata in parte seguendo i consigli di un mio caro amico di lì. Contrariamente a quello che ci si può aspettare è un piatto di sapore delicato che non lascia alcun residuo nell’alito. Questo probabilmente dipende dalla lunga cottura dell’aglio. Se infatti alla fine, quando rimuoverete le due mezze teste, proverete ad assaggiarne mezzo spicchio non troverete nulla del sapore pungente e fortemente aromatico che gli è proprio.

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