GATTO’ DI PATATE
- 1,5 kg patate
- 3 cucchiai pecorino romano
- 6 cucchiai parmigiano
- Sale, pepe, prezzemolo
- 4 tuorli uovo
- 3 albumi uovo
- 100 gr prosciutto cotto
- 100 gr mozzarella
- 50 gr provola affumicata
- 40 gr burro
Lessare le patate.
Tirandole fuori dall’acqua bollente una ad una, pelare le patate
e schiacciarle.
Intanto che si raffreddano tagliare a pezzetti il prosciutto cotto,
imburrare una pirofila e cospargerla di pane grattugiato, eliminando quello in eccesso.
Aggiungere il prosciutto cotto, le uova, in parmigiano, il pecorino, il prezzemolo, il sale ed il pepe. Impastare.
Aiutandosi con una paletta
foderare il fondo della pirofila con metà dell’impasto.
Coprire con la provola e la mozzarella affettate.
Fare un altro strato con il rimanente impasto.
Cospargere di pane grattugiato e di fiocchi di burro. Infornare a 200° per 30 minuti. Servire dopo venti minuti altrimenti è troppo rovente.
L’articolo
Il gattò di patate, piatto celebre napoletano oggi usato nelle pizzerie come antipasto all’interno del cuoppo di fritti, ma utilizzabile anche come piatto forte, deriva il suo nome dal francese gateau.
È stato creato nel settecento dai cuochi francesi che la sposa, Asburgo, del re di Napoli, borbone, si fece mandare da sua sorella Maria Antonietta, regina di Francia, perché trovava la cucina napoletana di allora troppo influenzata da quella spagnola.
Questi arricchirono una torta salata francese a base di patate, che rappresentava uno dei primi utilizzi in Europa di questo tubero proveniente dalle Americhe e per due secoli e più guardato con sospetto.
Nel nostro continente l’unica solanacea, famiglia di piante commestibili, conosciuta era la mandragola, usata in alchimia. Quando arrivarono le quattro solanacee commestibili, patate, peperoni e pomodori dalle Americhe, melanzane dall’Asia centrale furono guardate a lungo con sospetto.
Solo il peperoncino piccante, pepe dei poveri, ebbe da subito, nel ‘500, un immediato successo ed un’esplosiva diffusione.