Piadina
- 500 gr farina di grano tenero (possibilmente macinata grossa, tipo 1 o 2)
- 80 gr strutto oppure olio di oliva(*)
- 250 gr acqua (circa)
- 12 gr lievito madre o lievito di birra
- 1 cucchiaino di sale
(*) Se avete problemi di dieta oppure siete vegetariani o vegani usate l’olio, altrimenti con lo strutto è più buona.
Impastate gli ingredienti fino ad ottenere una palla che lascerete a riposare avvolta in un panno per almeno mezzora.
Preparate 8 palline e stendetele con il mattarello.
Scaldate sul fornello l’apposita piastra di ghisa.
Adagiare una piada sulla piastra calda e bucherellarla con una forchetta per impedire il formarsi di bolle. Rovesciare la piada quando è cotta su un lato. Quando è cotta sull’altro toglierla dl fuoco, metterla in un piatto e coprire con un coperchio. Via via che le cuocete sovrapponetele alla prima e tenete sempre coperto. Quando sono tutte cotte girare il mucchio (per mettere le più calde sotto) e servire in tavola.
L’articolo
Questa è la ricetta dell’altra mia nonna, di Villa Verucchio, vicino Rimini. E quindi è diversa dalla piadina che si usa nel Ravennate.
C’è una progressione geografica che parte dalla pizza sul testo (o pizza sotto lu foco) ternana, per risalire verso nord con la focaccia di farina bianca e gialla di Umbertide in alta valle del Tevere, la piadina sfogliata marchigiana, la piadina di Rimini e di Cesena (di cui vi ho dato la ricetta), la piadina di Ravenna più spessa e rigida, che si serve a spicchi.
Tutto pane azimo simile a quello che da migliaia di anni si cucina sul fuoco di legna nelle tende beduine.
Mi è capitato di prepararla per 20 persone in un campeggio libero in Sicilia tanti anni fa, L’abbiamo sperimentata con peperoni arrostiti e mortadella: è buonissima.