Omicidio a Mizumoto park

OMICIDIO A MIZUMOTO PARK – PIEMME – TETSUYA HONDA

di Giuseppe Santilli

Finalmente tradotto e pubblicato in Italia per i tipi di Piemme, “Omicidio a Mizumoto Park” di Tetsuya Honda. Si tratta del primo racconto della serie che ha come protagonista la giovane detective della sezione omicidi di Tokio: Reiko Himekawa.

Honda, nato nel 1969, è uno dei maggiori scrittori giapponesi viventi. Le sue opere sono state tradotte in numerose lingue e sono state ispirazione per diversi film.

Tetsuya Honda
Tetsuya Honda

LA STORIA

La storia si sviluppa attorno al ritrovamento di un corpo di un uomo, avvolto in un sacco di plastica blu, abbandonato in un posto affatto nascosto, quasi si volesse farlo ritrovare in fretta. Ma questo è solo l’incipit di un noir mozzafiato, ricco di sorprese e di svolte inaspettate nella direzione delle indagini.

Anche qui, come nell’ultimo giallo di Alicia G. Bartlet , la protagonista è una giovane donna, scelta non casuale. In effetti una delle tante anime del racconto è la contrapposizione tra l’intuito (femminile) e la razionalità (maschile). Una contrapposizione dialettica, che tende ad affermare, pur nel conflitto, la dimensione della complementarità.

LA VITA E’ UNA SOLA

Dal punto di vista stilistico, la cosa che colpisce di più del modo di raccontare di Honda, è la naturalezza con cui riesce a far convivere elementi puri del noir, con elementi narrativi propri della storia e della dimensione personale dei protagonisti. La vita è una sola, sembra voler dire.

Sul versante privato dei protagonisti, è di particolare interesse la ricerca scrupolosa delle motivazioni, delle diverse motivazioni, che spingono poliziotti e criminali ad agire. Sono le stesse motivazioni per le quali si è portati a vivere o a morire in una certa maniera, secondo certi valori.

Nel caso di Reiko, che è stata stuprata quando era molto giovane, la scelta di entrare in polizia è dettata dalla morte della detective che indagava sul suo caso e che l’ha aiutata a non mollare ed uscire dall’incubo.

Tetsuya Honda
Tetsuya Honda

LA VIOLENZA

La violenza subita da Reiko per mano di uno stupratore seriale ha uno spazio importante nell’economia del racconto. Non solo chiarisce la fonte motivazionale della protagonista, ma assume i toni dimostrativi della seconda violenza che le donne debbono subire in fase processuale.

Le domande del difensore dello stupratore e la teoria dell’atto consensuale sono esemplari. Ma …

Reiko aveva ritrovato la fiducia. – Il fatto che non avessi graffi non significa che il rapporto sia stato consensuale. Quell’uomo mi teneva un coltello alla gola. Con l’altra mi tappava la bocca. Ho scelto di non opporre resistenza perché ero terrorizzata, avevo paura che mi facesse ancora più male, che mi pugnalasse. Sottomettersi non equivale ad acconsentire……Reiko aveva sentito in lontananza il giudice, la stava rimproverando. Anziché dagli ascolto, però, lei aveva continuato ad arringare l’avvocato della difesa. Lei è sposato? O ha una fidanzata? Una sorella? Mi dica, se fossero loro le vittime, le sarebbe ancora a lì a blaterare di consenso? Ce la fa a guardarmi negli occhi?…-” (Omicidio a Mizumoto Park, pag. 194).

Terminata la lettura di questo libro ti trovi a pensare che non esistono i generi letterari. Esistono la semplice scrittura e la letteratura. E questa di Honda è letteratura.

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