Una ricetta di ispirazione sicula, sia per l’uso di olive, mandorle, cipolle e sedano nella salsa, sia per l’utilissima abitudine di infilzare gli involtini due a due. Questo rende enormemente più semplice e più veloce confezionarli.
Quando ero bambino, da buon romano, per me gli involtini erano necessariamente al sugo, visto che con il loro sugo si potevano condire le fettuccine. Non mi passava nemmeno per la mente che si potessero fare in modo diverso. Del resto allora la cucina casalinga era strettamente regionale.
Nonostante a casa mia fossero, dal punto di vista culinario, abbastanza aperti come mentalità, difficilmente si usciva dal novero delle ricette tramandate dalla tradizione. Mia nonna però, sebbene trapiantata a Roma, era umbra, spoletina: quindi qualcosa in più dei classici piatti romani si mangiava.
Mi sono quindi fortemente stupito quando, in seguito alle trasformazioni sociali successive al boom economico avviatosi nel ’63, anche la cucina casalinga ha cominciato a trasformarsi e sulla nostra tavola sono arrivati anche gli involtini in bianco.
1 kg fettine di manzo tenere ma compatte (per esempio dalla rosa)
100 gr pancetta arrotolata
200 gr provola affumicata
10 cucchiai olio di oliva
4 cucchiai pane grattugiato
½ bicchiere brandy
1 bicchiere acqua
200 gr coste di sedano
200 gr cipolle
40 gr mandorle
50 gr olive nere denocciolate
Sale, pepe
Disporre le fette aperte su di un tagliere.
Appoggiarvi sopra la pancetta arrotolata
e la provola.
Arrotolare gli involtini ed unirli a coppie con due stuzzicadenti.
Versare 8 cucchiai di olio in una padella, passarvi ad uno ad uno gli involtini,
quindi rotolarli in un piatto con il pane grattugiato
e rimetterli nella padella.
Rosolarli per 10 minuti girandoli dopo 5,
poi toglierli dal fuoco insieme con in fondo di cottura.
Nella padella mettere il rimanente olio, versare cipolla e sedano a pezzettini e soffriggere per 2 minuti.
Versare il brandy, l’acqua, coprire e cuocere per 20 minuti a fiamma bassa.
Intanto spezzare a metà le mandorle e preparare le olive.
Passati i venti minuti scoprire la padella, alzare la fiamma, versare gli involtini, le mandorle e le olive ed insaporire per 5 minuti eventualmente aggiungendo poca acqua.
L’articolo
Una ricetta di ispirazione sicula, sia per l’uso di olive, mandorle, cipolle e sedano nella salsa, sia per l’utilissima abitudine di infilzare gli involtini due a due. Questo rende enormemente più semplice e più veloce confezionarli.
Quando ero bambino, da buon romano, per me gli involtini erano necessariamente al sugo, visto che con il loro sugo si potevano condire le fettuccine. Non mi passava nemmeno per la mente che si potessero fare in modo diverso. Del resto allora la cucina casalinga era strettamente regionale.
Nonostante a casa mia fossero, dal punto di vista culinario, abbastanza aperti come mentalità, difficilmente si usciva dal novero delle ricette tramandate dalla tradizione. Mia nonna però, sebbene trapiantata a Roma, era umbra, spoletina: quindi qualcosa in più dei classici piatti romani si mangiava.
Mi sono quindi fortemente stupito quando, in seguito alle trasformazioni sociali successive al boom economico avviatosi nel ’63, anche la cucina casalinga ha cominciato a trasformarsi e sulla nostra tavola sono arrivati anche gli involtini in bianco.