Il cardellino

DONNA TARTT – BUR RIZZOLI – IL CARDELLINO

di Giuseppe Santilli

L’ARTE E LA BELLEZZA.

Il cardellino è un dipinto “olio su legno” grande poco più di un foglio A4, realizzato nel 1654 da Carel Fabriutius. Rappresenta un cardellino posato su un poggiolo, trattenuto da una catenella legata ad una zampina. Il cardellino è un piccolo uccello dipinto che rappresenta la bellezza incatenata, il fascino di una piccola cosa impossibile da vivere se non per pochi istanti, come il suo volo limitato.

Dipinto
Dipinto

Theo Decker ha tredici anni quando una bomba esplode nel museo Metropolitan di New York e uccide sua madre. Da solo al mondo, il cardellino, quadro amato e contemplato da sua mamma, con la deflagrazione, finirà nelle sue mani e accompagnerà Theo fino all’età della maturità.

Con questo libro Donna Dartt ha vinto il prestigioso premio Pulitzer nel 2014. Il Cardellino non è solo un romanzo di formazione (la memoria va inevitabilmente al giovane Holden di Salinger), è anche un giallo, un libro di avventura, un on the road, una contaminazione di culture, una gangster story……

Il giovane Holden
Il giovane Holden

Insomma un poderoso e accattivante romanzo di 900 pagine. Forse troppe cose, troppe pagine, ma molte bellissime per costruzione, per la storia sempre in evoluzione, per la scrittura accurata. E poi le ultime 70 pagine dense e ispirate, ripagano lo sforzo di una lunga lettura. Ma soprattutto “Il Cardellino” è un romanzo sulla perdita.

Donna Tartt
Donna Tartt (Photo by Timothy Greenfield-Sanders/Corbis via Getty Images)

Com’era possibile sentire la mancanza di qualcuno come io sentivo quella di mia madre? Avrei voluto morire, da quanto mi mancava: era un bisogno terribile e fisico, come quello d’ossigeno sott’acqua. Sdraiato senza riuscire a prendere sonno, cercavo di ritrovare i ricordi più belli che avevo di lei – di imprimermela nella memoria, per non dimenticarla, ma al posto dei compleanni e dei momenti felici continuavano a tornarmi in mente scene banali come quella in cui, pochi giorni prima che morisse, mi aveva fermato appena fuori dalla porta di casa per togliermi un filo dalla giacca della divisa della scuola.” (D. Tartt – Il Cardellino).

I LUOGHI E LE CONTAMINAZIONI

Nel “Cardellino”, all’inizio c’è molta America. New York con le sue strade, il Central Park, il Village, i quartieri eleganti. C’è il fascino della grande metropoli negli occhi di un bambino che vive con una madre che ama la sua città. Dopo un periodo di transizione successivo alla tragedia che lo ha investito, Theo si trasferisce con il padre a Las Vegas, dove abita in posto ai limiti del deserto. Las Vegas con le sue luci, le sue allucinazioni, patria dell’approdo del mito americano in un paesaggio di violenza, droga e solitudine. Poi alla morte del padre ancora New York, raggiunta rocambolescamente da un adolescente che nasconde un piccolo cane in una borsa.

La parte finale del romanzo è ambientata in una Amsterdam invernale e lattiginosa, con i suoi canali, le sue biciclette. In questa città semi-dormiente si svolge una conclusione pirotecnica, che ricorda le scene più crude dei films di Quintin Tarantino.

La composizione dei luoghi rimanda a una contaminazione di culture e generi che attraversa tutta la lunga narrazione del Cardellino.

Donna Tartt dimostra di avere metabolizzato i classici americani e di avere, inoltre, anche una ottima conoscenza della cultura e della letteratura europea (in particolare della letteratura classica Russa).

Dipinto
Dipinto

L’America è sempre presente nell’azione, nel modo di fare dei personaggi, l’Europa si sente nel modo di pensare e nel significato che assume l’esistenza umana.

Questa coesistenza di valori e riferimenti viene meno nell’epilogo. Qui la cultura europea diventa dominante con il superamento della divisione manichea tra il bene e il male, tipica di una certa cultura americana.

Certe volte puoi sbagliare tutto e alla fine viene fuori che andava bene?……….. non ho mai tirato una linea netta tra il bene e il male come fai tu. Per me , spesso quella linea non esiste. Le due cose non sono mai separate. Una non può esistere senza l’altra. “ E’ Boris che parla, l’amico di sempre di Theo. Qui il riferimento è esplicito. Poco prima Boris parla dell’Idiota di Dostoevskij: “tutto quello che Myskin fa è buono…altruista…tratta tutti con compassione e comprensione e a cosa porta tutta quella bontà? Omicidi, disastri…” (Il Cardellino- D. Tratt)

L'idiota
L’idiota

LA BELLEZZA CI SALVERA’

“…come coi quadri sia possibile conoscerli a fondo, quasi abitarli, anche attraverso le riproduzioni.” Qui è Hobie, prima tutore di fatto, poi socio in affari ed amico di Theo, che parla. Parla della Recherche di Proust e ricorda come ne “Un amore di Swann”, questi si innamora di Odette, perché è raffreddata, imbronciata, poco curata, e somiglia alla ragazza di un affresco di Botticelli. “Proust stesso conosceva solo attraverso una riproduzione. Non aveva mai visto l’originale nella Cappella Sistina. Perché il tratto della bellezza è il tratto della bellezza, non importa se è passato dalla fotocopiatrice un milione di volte “

La scintilla della bellezza, la luce che emanano le opere d’arte, è l’incanto della vita e il Cardellino è la forza che consente a Theo di sopravvivere e dare un senso alla sua esistenza.

Donna Tartt
Donna Tartt

“…E così come la musica è lo spazio tra le note, così come le stelle sono belle per il vuoto che le separa, così come il sole colpisce le gocce di pioggia da una certa angolazione e proietta un prisma di colori attraverso il cielo – allo stesso modo lo spazio in cui io esisto, e voglio continuare a esistere, e a essere franchi, in cui spero di morire, è la zona di mezzo: dove la disperazione si è scontrata con la pura alterità e ha creato qualcosa di sublime….Perché solo entrando nello spazio intermedio, nel confine policrono tra verità e non verità, essere qui a scrivere tutto ciò diventa tollerabile.” (Il Cardellino – D. Tartt)

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