Gli ultimi giorni di quiete

Antonio Manzini – Sellerio – Gli ultimi giorni di quiete

di Giuseppe Santilli

Nel 2020 in piena pandemia Covid-19, Manzini abbandona, per una volta, la vita avventurosa del vice-questore Rocco Schiavone per scrivere questa storia, Gli ultimi giorni di quiete, il cui spunto è fornito da un fatto di cronaca.

Un ragazzo, figlio unico, viene ucciso nel corso di una rapina a una tabaccheria di proprietà dei suoi genitori. Nora e Pasquale trascinano quasi muti la loro esistenza, fino a quando lei non incontra casualmente l’assassino del figlio ormai uscito di galera. A questo punto Manzini ci descrive, con perizia e acuta sensibilità, due reazioni distinte e divaricanti, unite solo dalla sete di giustizia.

Pasquale è dominato dalla rabbia e cerca maldestramente di uccidere il rapinatore. Nora ha una reazione lenta e fredda, finalizzata alla costruzione paziente della vendetta. Alla fine, anche gli esiti di questa disperata ricerca sono profondamente diversi. Il marito, esaurito il percorso di elaborazione del lutto, è pronto per una nuova vita. La moglie, consumata la vendetta, si rifugia nell’assenza, nella consacrazione del vuoto.

Antonio Manzini
Antonio Manzini

L’armamentario è un classico della narrazione del dolore, quello straziante prodotto dalla perdita di una giovane vita, percepita come un vuoto innaturale e crudele.

Il romanzo rappresenta, sino ad ora, l’apice stilistico-narrativo di Manzini. La storia è ben costruita, senza ammiccamenti eccessivi al giallo e rende magistralmente le differenze psicologiche dei due protagonisti. Notevole è la capacità dell’autore di evitare gli stereotipi, ad esempio nobilitando in qualche modo la vendetta, senza farne però una esegesi, né tantomeno una legittimazione.

Il libro, forse per il periodo di pandemia che ha impedito le presentazioni pubbliche, o forse per il tema così impegnativo come quello della perdita di un figlio giovane, non ha avuto il riscontro che merita. E’ per questo che l’ho scelto come primo consiglio di lettura.

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