Broccolo o cavolo? A Roma si chiama broccolo romanesco quello verde a punta. In Umbria invece si chiama broccolo anche il cavolfiore bianco. In realtà, insieme a quello verde rotondo ed a quello viola, sono tutte varietà di cavolfiore. Derivano, insieme con broccoli, cavoli cappucci e tutte le cavolacee, comprese quelle ornamentali, dalla domesticazione di un’unica pianta selvatica: la Brassica olearia.
Servito così, a frittata, costituisce un ottima alternativa alla carne od al pesce come secondo.
250 gr cavolfiore (preferire quello verde a punta)
1 uovo
1+½ cucchiaio pecorino
1 cucchiaio olio di oliva
Noce moscata, aglio, prezzemolo, peperoncino
Lessate il cavolfiore, dividendolo a metà e separando il cuore del torso se no non cuoce, in acqua salata con una foglia di alloro per togliere l’odore.
Frullare il cavolfiore lesso.
In una terrina porre il cavolfiore frullato ed aggiungere l’uovo, il pecorino e la noce moscata. Amalgamare bene.
In una padella da frittata soffriggere nell’olio l’aglio, il peperoncino ed il prezzemolo tritati.
Aggiungere il cavolfiore condito facendo attenzione a distribuirlo bene sopra il soffritto.
Schiacciare bene e dargli la forma di una frittata mentre cuoce qualche minuto. Scuotere ogni tanto la padella per distaccare la frittata.
Bagnare sotto l’acqua corrente un coperchio di diametro inferiore alla padella.
Poggiare il coperchio sopra la frittata e, ponendovi per sicurezza sopra il lavandino, reggendo con una mano il manico della padella e con l’altra il pomello del coperchio, rovesciare la frittata. Rimettere la padella sul fuoco e farvi scivolare dentro la frittata in modo che cuoci sull’altro lato.
Ripetere l’operazione, dopo aver di nuovo bagnato il coperchio, ma questa volta versare sul piatto di portata.